Jessica Fletcher ha ucciso Sherlock Holmes?


Nostalgia e critica femminista nel commiato dalla signora del giallo.

La notizia della scomparsa di Angela Lansbury è stata accolta sui social media da ondate di affetto e nostalgia. […]

Gli innumerevoli post testimoniano un affetto sincero e malinconico per la protagonista di La signora in giallo (Murder, She Wrote, 1984-1996), dodici stagioni, trasmessa regolarmente in Italia dal 1988 al 1997, e poi regolarmente replicata in palinsesto fino ad oggi. Gli innumerevoli post, potremmo dire, relegano o, più precisamente, custodiscono Jessica Fletcher, Cabot Cove (la cittadina immaginaria in cui la serie è ambientata) e La signora in giallo in un passato rassicurante di pranzi appena tornati da scuola, spesso a casa dei nonni. Cabot Cove e La signora in giallo diventano anzi, essi stessi, luogo di regressione infantile, rifugio consolante e confortante in compagnia di una nonna e di un’amica.[…]

Una volta che siano stati riconosciuti questi aspetti nella commossa e appassionata ricezione che ha ricordato e omaggiato La signora del giallo, diventa però interessante andare a verificare se la chiave della nostalgia ha narcotizzato alcune altre caratteristiche della serie e della sua protagonista, che possono essere “sottratte” al passato accogliente dei ricordi e ricollocate in una prospettiva che allarghi lo sguardo al poliziesco televisivo degli anni Ottanta e percorra il successo duraturo del genere crime fino all’epoca contemporanea.

Se prendiamo come riferimento “simbolico” la prima stagione della serie danese Forbrydelsen (2007-2012), le produzioni televisive degli ultimi quindici anni ci hanno progressivamente abituati a un rinnovato protagonismo femminile nel genere che, sotto la spinta del prestigio internazionale delle detective del Nordic Noir (prime fra tutte Sarah Lund e Saga Norén di Bron/Broen) ha preso forma e si è consolidato anche nella televisione italiana, almeno dal 2015 (Non uccidere, 2015-2018) in poi. Le nuove protagoniste del crime italiano, nelle loro differenze, hanno avuto sicuramente il merito non solo di rinnovare la rappresentazione femminile, mostrando per esempio i cambiamenti nei comportamenti sessuali e nella divisione dei ruoli in famiglia, così come gli avanzamenti e i residui pregiudiziali negli ambienti di lavoro, ma anche di far vedere, per differenza, le trasformazioni nelle identità maschili, attraverso i personaggi con cui le protagoniste interagiscono.


Atlante del giallo